Nelle lingue di origine slava rab, “schiavo” “servo”, è radice della parola rabota (robota) “lavoro”, da cui discende anche Robot.
Nell’ambiente competitivo di Rab Express, il lavoratore è spinto continuamente a superare se stesso, in lotta per la sua vittoria/sopravvivenza contro il suo collega-rivale o robot. Nel dominio dell’ eccentrica imprenditrice e fondatrice dell’azienda, la produttività non ha limiti di spazio o tempo e nulla può mettere a rischio il lavoro. Ma se esistesse un limite al suo corpo, che ne sarebbe dell’intero sistema?
Rab Express è un viaggio ironico e tagliente all’interno del mondo lavorativo contemporaneo, fondamento del progresso materiale e spirituale della nostra società.
Un’ideologia del lavoro che si cela già nel suo titolo: la parola di origine slava rab, “schiavo” o “servo”, è la radice comune di parole come rabota o robota, “lavoro” e “robot”.
Il dipendente Rab, raffigurato come un classico lavoratore d’ufficio subisce nella sua ripetitiva quotidianità un processo di automatizzazione progressiva.Tale trasformazione è resa possibile attraverso il linguaggio della danza: gesti di semplice vestizione, si tramutano in azioni sempre più veloci ed ergonomiche volte ad ottenere la massima resa lavorativa, così da incarnare il credo del successo nel proprio corpo.
A capo dell’intero sistema vi è un’imprenditrice per cui la parola “lavoro” si fa verbo assoluto. Tra rischio, rendita e successo, passo dopo passo lei conquista il ruolo da cui poter scegliere il migliore futuro possibile. O averne uno, come direbbe lei.
Ma può una persona sostenere a lungo efficienza, velocità e competizione?
A questo vi è quindi un’unica inevitabile conseguenza: il totale sfinimento del corpo.
TRAILER
DATE
Venerdì 22 marzo h 20:30
CREDITI
Idea di Cantiere Idina Who
progetto collettivo a cura di Elisabetta Da Rold, Manuel Ghidini, Kateryna Kovalchuk e Ilaria Zanotti
coreografia a cura di Elisabetta Da Rold e il collettivo
drammaturgia a cura di Ilaria Zanotti e il collettivo
scenografiae video a cura di Manuel Ghidini e Kateryna Kovalchuk e il collettivo
con Elisabetta Da Rold, Manuel Ghidini, Kateryna Kovalchuk e Ilaria Zanotti
produzione Hangartfest di Pesaro e Associazione AIEP – Ariella Vidach di Milano