Perché stiamo al gioco? Quale vuoto cerchiamo di colmare?
Due figure di beckettiana memoria, si muovono incessantemente lungo i bordi di un quadrato appena visibile, secondo precise coordinate spaziali ed evitando sempre di attraversare il “centro”. Intanto da un lato il Lavoratore, pedina stremata del sistema capitalista, dall’altro la Disoccupata, tormentata dall’ansia dell’improduttività e incapace di godere anche solo di pochi giorni di vacanza, in un mondo che non fa che correre e competere.
Il lavoro occupa gran parte del nostro tempo, riempie le nostre giornate, si espande a macchia d’olio nelle nostre vite fino ad identificarsi con la vita stessa e a definirla in base al ruolo che ricopriamo. Perché stiamo al gioco? Quale vuoto cerchiamo di colmare?