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In tournée
Un testo delicato, coinvolgente e al contempo intenso quanto ironico guida lo spettatore in una storia d’amore improbabile. Un racconto di periferia, in bilico tra passato e presente. Una riflessione su tutte le sfumature che ha l’amore, sulle forme che assume e che intraprende nel corso della vita di ognuno di noi.
“Ma pure questo è amore” è la storia di due ragazzi fuori posto, di sogni infranti, di scelte sbagliate, di desideri svaniti nella frenesia della quotidianità. E’ una storia fatta di lampi comici e momenti drammatici, scanditi da un montaggio quasi cinematografico, da continui flashback e dialoghi serrati.
Una palestra diventa il set del tempo presente e del ricordo del passato: lui un ragazzo di periferia, di strada, lei, 18 anni, al mattino nella scuola del centro e al pomeriggio sul muretto del quartiere, eternamente in conflitto con se stessa, fuori posto in entrambi i luoghi. Diversi ed affini ad un tempo, inadeguati in un mondo a cui entrambi, per ragioni diverse, non sentono davvero di appartenere. L’attrazione tra loro è forte, ma quando sembra che qualcosa stia nascendo, le loro strade si dividono.
Si ritrovano dopo vent’anni, nello stesso posto in cui si erano incontrati: lui senza un futuro, senza una speranza, ridotto a un rottame, lei invischiata in una ordinata e apparentemente perfetta vita borghese, nella quale, come vent’anni prima, si sente fuori posto.
“Ma pure questo è amore” è un urlo soffocato. Quello di Giorgia, che a Salvatore rivela il suo dramma più profondo di madre mancata, che desidera un figlio più di ogni altra cosa. E allo stesso tempo è l’amore delicato, sfiorato, che cura e guarisce. Quello di Salvatore per Giorgia, pur con i suoi segreti. Da questo nuovo incontro, piuttosto malconcio, sboccia un germoglio. La speranza di riuscire, insieme, per un attimo, a riconciliarsi con la vita.
Uno spettacolo divertente, delicato, sofferente, come solo l’amore sa essere.
testo e regia Simona Migliori
con Gabriele Genovese e Valeria Perdonò
primo spettatore Paolo Trotti
foto Michela Piccinini
produzione Teatro Linguaggicreativi
90 minuti
NEXT 2020/21 e 2021/2022
Simona Migliori ha scritto un testo che parla ad ognuno di noi, di scelte sbagliate, di destini apparentemente irreversibili, di incontri che ti cambiano la vita, di svolte possibili. E di amore, quasi mai strillato, bensì taciuto e fatto di infinite nuances, spesso invisibili.
Gabriele Genovese e Valeria Perdonò mettono in scena con una lodevole prova attoriale, due personaggi vivi ed intensi in novanta minuti di spettacolo durante il quale si ride e ci si commuove allo stesso tempo, perché di questo è fatta la vita. Di questo è fatto l ‘amore. [Continua la lettura… ]
Antonella Fagà, TGCOM24
Con in scena Gabriele Genovese e Valeria Perdonò, ottima e affiatata coppia che si muove all’interno di un orizzonte da commedia, nonostante le tante (tante) ramificazioni drammatiche. Quasi ci fosse paura di prendersi troppo sul serio. Un racconto di periferia. In bilico tra passato e presente.
Diego Vincenti, Il Giorno
Si ride, moltissimo, in questi 80 minuti di puro teatro, che mentre ti diverte con dialoghi serrati e sapida ironia, ti pugnala alle spalle con soprassalti di dolore. Merito di una scrittura elegante ed essenziale (con tratti di pudico lirismo) cui danno fiato e corpo i due protagonisti, eccellenti e perfettamente in tono con il “sentiment” della Migliori. Se lo straordinario Genovese regala indolenza e fatalismo al suo Salvatore, la Perdonò é un metronomo di precisione comica, fino poi a spettinare la sua Giorgia toccando tutte le corde dell’anima umana, allagando la scena con il suo estenuato rancore, mostrando – a tratti dolcissima – le sue ferite.
Attorno a loro, scorre indifferente la vita della periferia milanese – é la Barona, ma potrebbe essere ovunque – e una semplice palestra in disuso diventa il simbolo di una casa mancata, di un amore sfiorato, di possibili, nuove prospettive. [Continua la lettura… ]
Antonio Mocciola , Corriere Spettacolo
Una stanza fredda, un lettino sfatto e una cyclette sono i semplicissimi oggetti scenografici.
“Ma pure questo è amore” è un’instancabile oscillazione tra un presente evanescente e il passato fugace, con il desiderio impossibile di dargli consistenza. [Continua la lettura… ]
Vincenzo Sardelli, Krapp’s Last Post