“Semplicemente aspettavo. Semplicemente. Bisogna conoscerla, l’attesa. Bisogna conoscerla fino in fondo. Immergersi in un proprio tempo che scorre dentro quello di tutti gli altri. Ore fatte di secondi infiniti e accumulo di giorni che diventano inutili anni.” – da “Trilogia delle donne dell’acqua” di Marilena Lucente
Il lavoro prende spunto dalla figura di Penelope, donna che resta, che attende un ritorno dal mare, ma è nel restare che conosce sé stessa, cambia e si modella. La ricerca è incentrata sul senso dell’attesa in Penelope. Attendere non è aspettare lo scorrere del tempo, in maniera passiva. Attendere è una tensione, è andare verso qualcosa o qualcuno. Ma l’attesa è anche cambiamento, in una continua ricerca della propria identità. A volte è necessario fermarsi. Tutto è in continuo mutamento, in continuo divenire. Il cambiamento è graduale, centellinato, nulla è fermo davvero. Attesa è mancanza, desiderio, nostalgia. Attesa è vivere di ricordi, ma non all’interno degli stessi. I ricordi servono ad andare avanti, ad affrontare l’attesa. Il tempo è sospeso. Il tempo è finito e infinito.
In scena una danzatrice vive il tempo dell’attesa. Una sacca contenente acqua che cade, goccia dopo goccia, segna lo scorrere del tempo.
Il fine non è quello di proporre risposte o verità. Al contrario, è quello di lasciare il pubblico con gli stessi interrogativi che hanno guidato la nostra ricerca: chi stiamo aspettando? Cosa stiamo aspettando? E se nessuno ci ha mai promesso qualcosa, perché attendiamo? Tutti siamo sempre in attesa di qualcosa. E appena un’attesa viene colmata se ne crea una nuova. Magari non ce ne rendiamo conto. Magari senza saperlo siamo noi stessi l’oggetto dell’attesa di qualcun altro. E allora come viviamo il tempo dell’attesa?
DATE
02 aprile 2023
CREDITI
Di Sara Fraschini
Con Federica Mocchetti
Con il sostegno di Teatro Linguaggicreativi e ArteMente | Centro di Alta Formazione per la Danza
BIGLIETTI
15€ – Il costo del biglietto è comprensivo di entrambe le performance della serata.